Consorzio fungo porcino IGP Borgotaro - Statuto IGP Borgotaro
Il Fungo di Borgotaro nasce naturalmente nei boschi delle alte valli del Taro e del Magra, ed è diviso in quattro specie di Boletus tipiche del territorio, chiamate rosso, moro, magnàn e fungo del freddo. Tutte le varietà che rappresentano il prodotto a Indicazione Geografica protetta sono caratterizzate da odore pulito, non piccante e senza inflessioni di fieno, liquirizia, legno fresco: in questo modo viene evidenziato il gusto e il profumo di bosco e terra umida.
I.G.P.: è un riconoscimento europeo ed è stato ottenuto, primo in Italia, con Decreto Ministeriale del 2 Dicembre 1993, confermando la valorizzazione di un prodotto dei nostri boschi che ogni anno è ricercato da decine di migliaia di appassionati.
Nella nostra azienda puoi trovare questo pregiato prodotto della natura.
Ulteriori informazioni sulle norme per la raccolta dei funghi li potete trovare al seguente indirizzo:
www.fungodiborgotaro.com
La Struttura dei funghi
Morfologia
I funghi, almeno quelli ai quali siamo maggiormente interessati, si raccolgono in boschi, prati, pascoli; crescono simbionti con le piante o sulle piante.
Nel fungo non sono presenti parti come radici fusto e foglie, nonché fiori e frutti, proprie del regno vegetale.
Le svariate forme (con o senza cappello) che tutti riconoscono come "funghi", esprimono l’aspetto visibile (funghi macroscopici) di un organismo che cresce, si sviluppa e vive normalmente nascosto agli occhi umani.
Tali forme fungine, tutt’al più possono essere avvicinate a dei frutti (fruttificazioni o corpi fruttiferi o carpofori o sporocarpi), che in particolari condizioni microclimatiche (opportuna umidità, temperatura, ecc.) si formano da una massa filamentosa (parte vegetativa o corpo vegetativo), micologicamente micelio; un intreccio ± fitto di ife, sottili filamenti microscopici per lo più invisibili e spesso nascosti sotto terra o in altri substrati.
Il micelio, per vivere, ha bisogno della compagnia di organismi superiori, le piante vere e proprie.
Con esse stabilisce dei rapporti che possono essere di Simbiosi ( in cui l’aiuto è reciproco), di Saprofitismo (dove il fungo si nutre di sostanze organiche in decomposizione) e di Parassitismo (sfruttamento).
Nei porcini nei finferli e negli ovuli (i funghi più pregiati dal punto di vista gastronomico), il micelio vive a stretto contatto con le radici di grandi alberi: le piante forniscono al fungo sostanze che non è capace di produrre perché privo di clorofilla e, a sua volta il fungo consente alla pianta di assorbire più acqua e sali minerali.
Prataioli e mazze di tamburo instaurano un rapporto diverso con le piante ( in questo caso si tratta di tappeti erbosi): si nutrono di esse quando sono già morte e trasformano i residui altrimenti inutilizzabili in prezioso humus.
Diverso il caso dei funghi parassiti, per esempio i chiodini, che vivono a spese di un vegetale, magari un po’ malandato, ma pur sempre vivente.
Non a caso, proliferano su una banale ferita di un albero e, spesso, contribuiscono a decretarne la fine.
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